Per due anni ci siamo interrogati sulla capacità del Jobs Act di creare posti di lavoro. Qualcuno ha esultato perché la contabilità gli dava ragione (585mila occupati in più); qualcun altro invece ha contestato perché…
E’ un buon periodo per chiedere un mutuo-casa. La BCE ha portato i tassi a zero, le banche hanno montagne di soldi da prestare all’economia reale e per guadagnare qualcosa…
Read More Vuoi un mutuo casa? Facciamo un colloquio di lavoro
Il 16 febbraio sono usciti i dati INPS sul lavoro in Italia nel 2015 e si è infiammato il dibattito pubblico sulla contabilità dei contratti a tempo indeterminato e sul…
Un tempo il governo sui temi del lavoro si occupava soprattutto di ‘politiche passive’. Espressione che sostanzialmente significa difendere il lavoro che c’è, i suoi diritti, la sua qualità. Da…
Il governo si appresta a varare un ddl sulle partite IVA, una sorta di estensione del jobs act per i lavoratori autonomi. Le innovazioni principali sono: L’indennità di maternità anche…
Il 2015 che si sta per chiudere per chi si occupa di lavoro in Italia è stato senz’altro l’anno del jobs act.
L’operazione jobs act e’stata senz’altro una splendida operazione politica: Read More Jobs act: dimmi come scrivi e ti dirò chi sei
Il jobs act, “il posto” e il lavoro di qualità
Il governo ha scommesso moltissimo sul jobs act e sull’ormai famigerato contratto a tutele crescenti. L’idea che sta dietro al contratto è all’apparenza ragionevole: le aziende che competono senza paracadute nel mondo globalizzato non possono permettersi matrimoni con i dipendenti “fin che morte non ci separi” e dunque i rapporti di lavoro vanno risolti senza traumi e con un bell’indennizzo. Se creiamo un contratto a tempo indeterminato con una “exit strategy soft”, dice il governo, cadono gli alibi dei datori di lavoro che dunque potranno rinunciare a tutte quelle forme contrattuali ibride (co.co.co, co.co.pro., somministrazione, partita IVA, ecc.) con cui si erano ingegnati per evitare l’art 18.
Il governo ci ha creduto tanto che ha messo sul tavolo qualche (è ancora difficile capire bene quanti a operazione conclusa) miliardo di euro: All’imprenditore che assume “a tutele crescenti” sgravi irap e decontribuzione per 3 anni fino a 8000 euro l’anno.
Fin qui tutto chiaro. Sono fiorite mille polemiche che riassumo così: