Mi è sembrata una sorta di gigantesco alibi ideologico: “Ci rubano la nostra identità”, lo sento dire tutti i giorni, in tutti i contesti in cui le persone sono chiamate ad affrontare profondi cambiamenti nel loro modo di lavorare: tassisti, notai, agenti di commercio, medici, impiegati pubblici, bancari e l’elenco potrebbe continuare all’infinito.
La vicenda Briatore-Salento diventa allora metafora del mondo che cambia e di noi chiusi a rimpiangere i bei tempi, con le loro sicurezze e le loro rendite.
Finisce tutto in una grande bolla ideologica “ci rubano la nostra identità”, e intanto il mondo cambia e ci chiede di cambiare, di lavorare di più e meglio, di diventare più bravi.
Nessun ricco e nessun Briatore ci ruberà mai le cicale e le friselle. Ci stanno solo chiedendo di pensare in grande, professionali e intraprendenti, per difendere cicale e friselle, se mai un domani ce ne fosse davvero bisogno.
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