Anche quest’anno al Forum Ambrosetti di Cernobbio per imprenditori, manager, politici ed economisti hanno animato il dibattito “luddista” sul futuro del lavoro. Il mondo “che conta” si preoccupa: le macchine e i robot del mondo “Industry 4.0” toglieranno lavoro agli esseri umani? Nessuno ha la risposta definitiva, anche perché la domanda è mal posta.
La domanda vera infatti non è se succederà (perché succederà e sta già succedendo), ma se le persone sapranno sviluppare in tempi utili le competenze necessarie a rendersi insostituibili dalla tecnologia: competenze comunicative, relazionali, negoziali, creative, di decision making e problem solving.
In questo mio intervento sul Sole 24 ore http://www.ilsole24ore.com/art/management/2017-07-06/rivoluzione-digitale-si-ma-maestri-elementari-restano-insostituibili-125603.shtml?uuid=AEuVyqsB spiego perché il problema non è chiedersi se i robot ci toglieranno lavoro ma chiederci se il nostro modo di vivere, di studiare, di imparare, di comunicare e stare insieme agli altri ci aiuti o meno a sviluppare quelle competenze (nel mondo della formazione e del management vengono definite “soft skills”) che ci rendono inattaccabili dalla tecnologia.
La situazione non è rosea perchè paradossalmente se le soft skills contano sempre di più, il mondo della quarta rivoluzione industriale ne minaccia le condizioni di sviluppo.
Stiamo chiedendo infatti di sviluppare competenze relazionali a giovani che bombardati dalla tempesta digitale crescono senza saper mettersi in ascolto e relazione vera con gli altri. Se fin dai 6 anni di età il mio mondo sta in uno schermo che incentivo ho a fare una domanda in più al vicino di casa o a chi mi sta accanto alla fermata dell’autobus?
Stiamo chiedendo di sviluppare competenze di problem solving e resilienza a giovani abituati a trovare solo risposte immediate su una stringa di google o dentro una app.
Stiamo chiedendo di sviluppare competenze di creatività a giovani troppo connessi per coltivare lo studio e l’approfondimento in solitudine che è il presupposto fondamentale di ogni processo creativo.
Stiamo chiedendo di sviluppare competenze di decision making a giovani che senza accorgersene tutti i giorni delegano allo smartphone decine di piccole/grandi decisioni, perdendo “l’allenamento dell’intuito” e la capacità di analisi dei segnali deboli.
La Rivoluzione Industry 4.0 esalta le soft skills da un lato, rischia di soffocarle in culla dall’altro. Scuola, università e mondo del lavoro sono avvisati.
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