Il 2015 che si sta per chiudere per chi si occupa di lavoro in Italia è stato senz’altro l’anno del jobs act.
L’operazione jobs act e’stata senz’altro una splendida operazione politica: Read More Jobs act: dimmi come scrivi e ti dirò chi sei
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Nel primo semestre 2015 in Italia sono stati venduti quasi 50 milioni di voucher lavoro. Il tasso di crescita nell’utilizzo di questo sistema semplice per regolare le prestazioni di lavoro…
Il dibattito su scuola e lavoro ha le sue “mitologie”. Una delle più consolidate riguarda l’alternanza scuola lavoro.
La vulgata dice:
Siccome queste affermazioni sono considerate verità di fede (e tali sono perché non poggiano su riscontri oggettivi e dunque non sono “popperianamente” falsificabili) la politica si adegua:
Il jobs act, “il posto” e il lavoro di qualità
Il governo ha scommesso moltissimo sul jobs act e sull’ormai famigerato contratto a tutele crescenti. L’idea che sta dietro al contratto è all’apparenza ragionevole: le aziende che competono senza paracadute nel mondo globalizzato non possono permettersi matrimoni con i dipendenti “fin che morte non ci separi” e dunque i rapporti di lavoro vanno risolti senza traumi e con un bell’indennizzo. Se creiamo un contratto a tempo indeterminato con una “exit strategy soft”, dice il governo, cadono gli alibi dei datori di lavoro che dunque potranno rinunciare a tutte quelle forme contrattuali ibride (co.co.co, co.co.pro., somministrazione, partita IVA, ecc.) con cui si erano ingegnati per evitare l’art 18.
Il governo ci ha creduto tanto che ha messo sul tavolo qualche (è ancora difficile capire bene quanti a operazione conclusa) miliardo di euro: All’imprenditore che assume “a tutele crescenti” sgravi irap e decontribuzione per 3 anni fino a 8000 euro l’anno.
Fin qui tutto chiaro. Sono fiorite mille polemiche che riassumo così:
ISTAT, INPS e Ministero del lavoro hanno pubblicato negli ultimi mesi centinaia di dati statistici sull’evoluzione del mercato del lavoro, dati spesso incongruenti tra loro e molto spesso di difficile interpretazione.
La stampa ha cercato nei numeri la conferma della bontà o della non bontà del jobs act e ha spesso e volentieri dimenticato di rendere conto di un dato impressionante: In Italia lavorano 22 milioni e mezzo di persone. Su 100 persone in età lavorativa (15-64 anni) lavorano solo in 56. Non è un problema solamente italiano. Read More Il lavoro è un diritto?
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