Qualche mese fa McDonald’s e il ministero della pubblica istruzione hanno siglato un accordo per lo svolgimento di percorsi di alternanza scuola-lavoro all’interno dei ristoranti McDonald’s. Fino a 10.000 studenti italiani potranno vivere questa esperienza di contatto con il mondo del lavoro. https://www.mcdonalds.it/lavorare/benvenuti-studenti
Non sono mancate le polemiche. In molti hanno detto “Che c’entrano i miei studi liceali con il confezionamento di un Mcchicken o con la gestione di banali operazioni di cassa?”, mentre i sindacati hanno addirittura paventato il rischio di una subdola forma di sfruttamento di manodopera.
La mia opinione è che i giovani delle superiori siano talmente tanto lontani dalla cultura del lavoro che una bella full immersion dietro le casse o nella cucina di un McDonald’s possa solo far bene.
Però il tema resta comunque aperto e interessante. Oggi sociologi ed economisti del lavoro parlano di Gig economy, la cosiddetta “economia dei lavoretti”, una fetta sempre più importante di lavoro precario e mal pagato nelle economie sviluppate. Lavoretti per arrotondare, o per pagarsi gli studi, o per tirare avanti dopo aver perso il proprio lavoro “tradizionale”.
C’è chi sommando più “lavoretti” riesce a cavarsela, a sbarcare il lunario così. Tuttavia la maggior parte dei lavoretti resta comunque (e per fortuna) ancora oggi, una soluzione temporanea in vista di qualcosa di più strutturato e conforme alle nostre ambizioni.
Io ho un suggerimento per tutti i “lavorettisti”: scegliete bene il vostro “lavoretto”. Non sono tutti uguali. Non fatene soltanto una questione di soldi (tanto sono sempre troppo pochi) o di contratto (tanto sono sempre precari). Scegliete un “lavoretto” che sviluppi o che alleni o che mantenga in forma le vostre soft skills: ascoltare gli altri, gestire emozioni difficili, comunicare, negoziare, creare soluzioni. Queste competenze sono i muscoli che vi aiuteranno quando finalmente avrete un lavoro capace di intercettare le vostre vere ambizioni. Tradotto meglio gestire la rabbia di un cliente insoddisfatto al call center che consegnare pizze, meglio vendere surgelati porta a porta (sorprendentemente un settore in crescita http://www.vita.it/it/article/2017/02/28/la-rivincita-del-folletto-in-italia-e-boom-per-le-vendite-porta-a-port/142612/) che stare alla cassa in un negozio o in un centro commerciale.
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