La passione salverà il lavoro

Un tempo gli interessi extrascolastici erano visti dai genitori come un pericolo e una distrazione nel cammino verso il successo negli studi e l’affermazione professionale: “Lascia perdere questo maledetto modellismo chè hai un’insufficienza in matematica. Lascia perdere lo sport, che di quello non si campa. Lascia perdere questa fissazione per il Giappone, che c’è da mandare avanti il negozio”. La buona notizia per i nostri ragazzi è che le passioni e gli interessi personali oggi sono un fattore critico di successo per l’affermazione professionale e devono essere scoperti e coltivati, per almeno quattro buoni motivi:

  1. il livello di competizione qualificata in tutti i settori e a tutti i livelli. A parità di tutto il resto chi è mosso dalla passione ha una marcia in più. Fa meno fatica, è più sorridente, resta dieci minuti in più al lavoro, sperimenta di più, cerca naturalmente il perfezionamento. La passione ci rende unici e speciali.
  2. la rivoluzione tecnologica e il rimpicciolimento del mondo, se da un lato hanno spinto verso la precarietà malpagata sempre più mestieri e professioni, dall’altro hanno offerto splendide opportunità di trasformare una passione personale in lavoro. Grazie al web oggi gli appassionati di vecchi trenini elettrici o di contenitori di orologi di lusso si ritrovano sulla piazza virtuale, si conoscono, si scambiano idee, prodotti e servizi. Così un campione di golf mancato magari non riesce a vivere delle sue performance di giocatore, ma diventa ricco con le vecchie mazze da golf che compra online dagli appassionati dei circoli storici e rivende ai negozi di abbigliamento che vogliono dare un certo sapore alle loro vetrine. In questo contesto ogni area di attività umana che suscita passioni dà luogo ad altrettanti mercati, ad altrettante nicchie, dove qualsiasi buona idea si può tradurre facilmente in buon lavoro e prosperità. Ciò perché è molto facile conoscere ed entrare in relazione con tutte le persone che hanno qualcosa in comune con noi. Un tempo sarebbe stato impossibile.
  3. L’evoluzione, la sofisticazione e la personalizzazione dei servizi. Pensiamo agli interessi artistici, alla musica per esempio. Un tempo un ragazzo che studiava musica da grande avrebbe guadagnato di concerti e di insegnamento. Prospettive  tiepide che spingevano migliaia di professionisti “poveri” a ripiegare sul posto in banca, sull’impiego, sulla gestione del negozio di famiglia. Oggi chi conosce la musica, oltre a guadagnare dai concerti e dall’insegnamento, può guadagnare in mille altri modi valorizzando il suo amore per la musica: può vendere colonne sonore originali sugli store on line, può vendere consulenze ai videomaker, può mixare compilation tematiche per i centri benessere, per le palestre, per le convention aziendali. E mille altre cose ancora. Più il panorama dei bisogni diventa sofisticato, più le passioni  sono in grado di generare nuovi lavori. Riflettiamo per esempio sulle attenzioni crescenti che oggi riversiamo sui nostri cagnolini. Quante opportunità di lavoro nascono per un appassionato di cani, che una volta per trasformare la sua passione in lavoro era obbligato a laurearsi in veterinaria?
  4. Le passioni spesso ci portano a condividere momenti speciali con chi condivide i nostri interessi. Momenti speciali legami speciali, spirito di appartenenza, solidarietà.

In un mondo in cui si cambia più spesso lavoro e in cui tutti i lavori acquisiscono una più marcata connotazione imprenditoriale/commerciale le relazioni contano sempre di più. E più che l’estensione della rete conta la solidità dei legami. Coltivare una passione quindi significa investire in rapporti umani di qualità, il migliore investimento possibile, il più duraturo. Chi è stato con te in regata in giro per il mondo non sarà mai un semplice contatto.

Inoltre il network della passione comune trasforma frequentemente un interesse ludico in un progetto professionale. Così chi giocava a basket e ha continuato a frequentare “l’ambiente” pur avendo smesso di giocare, si ritrova a valorizzare i suoi studi giuridici facendo il procuratore sportivo. E’ questo il percorso che spesso premia la passione dei nostri figli. Non sfonda come stilista, ma il network di conoscenze che ha sviluppato la aiuta a inserirsi nel settore, come fotografa, come pubblicitaria, come visual merchandiser, ecc. E’ il meccanismo del “territorio adiacente”. La passione mi porta a presidiare uno spazio. Non centro il mio primo obiettivo (stilista, giocatore di basket), e allora spontaneamente mi sposto sullo spazio adiacente (agenzia fotografica di moda, procuratore sportivo).

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