Il governo nella brochure dell’ormai celebre piano Industria 4.0 invita gli investitori istituzionali a scegliere l’Italia “perché i nostri ingegneri guadagnano mediamente 38500 euro contro una media dei paesi sviluppati pari a 48500 euro”.
Quando l’ho letto ho pensato ad uno chef che pubblicizza il proprio ristorante dicendo “venite da me, pago poco la carne che vi metto nel piatto”.
Credo che il governo sia incorso in un enorme errore di comunicazione. Con quelle parole infatti lo stipendio di un ingegnere viene considerato come “un costo di produzione”. Il messaggio quindi diventa “venite a investire e produrre servizi da noi, risparmiate”.
Il problema è che lo stipendio di un ingegnere non è solo un costo di produzione ma è soprattutto un ottimo indicatore della qualità del capitale umano di un sistema economico.
Capitale umano è un’espressione odiosa, ma è il modo che abbiamo per dare un nome al “livello di complessità e di profondità delle competenze e delle esperienze delle persone che studiano e lavorano”.
Nello stipendio medio di un ingegnere sono contenute informazioni preziosissime: la qualità del sistema scolastico e universitario, la capacità di creare valore aggiunto, l’efficienza del sistema produttivo, la qualità delle infrastrutture (fisiche e non) a disposizione di chi lavora in un paese.
Insomma caro governo dire che un ingegnere guadagna poco significa dire che abbiamo un capitale umano di basso livello. Non è certamente uno spot onorevole.
Se foste un investitore straniero e vi dicessero che in Italia i trasporti, le pratiche burocratiche, i servizi di assistenza, le
controversie giudiziarie hanno costi bassi investireste in Italia? Probabilmente sì.
E investireste invece in un paese che vi dice che i suoi ingegneri valgono di meno? Probabilmente vi chiedereste perché valgono di meno. E vi rispondereste che il sistema, fin dalla scuola, non “fertilizza” i cervelli, che università, ricerca e aziende non si parlano come dovrebbero, che in un sistema a bassa produttività gli stipendi sono necessariamente più bassi.
E alla fine decidereste di non investire.
Soprattutto scuotereste il capo di fronte a chi considera lo stipendio di un ingegnere un costo di produzione, invece di considerarlo il termometro dello sviluppo di un paese.
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